Ha confermato la sua versione, e cioè di sentirsi spiato, Salvatore Gerace, il 56enne che sabato pomeriggio ha ucciso, a Crotone, il 18enne Giuseppe Parretta, sparandogli contro con un revolver. Gerace è stato sentito oggi nell’interrogatorio di garanzia e anche al gip ha detto ciò che aveva riferito al pm subito dopo l’arresto, di sentirsi spiato dalla famiglia del ragazzo. Al gip ha anche detto che sabato scorso tutto sarebbe nato da una lite ingaggiata con il ragazzo fuori casa. Lite, sempre secondo Gerace, che sarebbe continuata all’interno della casa del 18enne – che è anche sede dell’associazione Libere donne – in cui in quel momento si trovava la sua famiglia: la madre, il fratello, la sorella e la fidanzata. Nell’abitazione Gerace ha poi sparato con una pistola revolver calibro 38 uccidendo il ragazzo, raggiunto da quattro colpi, come ha stabilito l’autopsia eseguita nella serata di ieri. Gerace ha anche detto al gip di essersi procurata la pistola perché si sentiva minacciato. Al termine dell’interrogatorio, il difensore di Gerace, l’avvocato Fabrizio Salviati ha rinunciato all’incarico.

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