IO SCELGO CALABRIA” lancia un potente Sos, auspicando che le miserie di certa politica politicante riescano ad immaginare un salto di qualità e quindi a volare alto, a ragionare di questioni strategiche, a elaborare progetti che abbiano visione. Partendo dai preoccupanti dati emersi dall’ultimo Rapporto Istat sul Futuro Demografico del Paese, “IO SCELGO CALABRIA” lancia l’allarme: il Sud e la Calabria si stanno spopolando, il Mezzogiorno perderà residenti fino al 2065, periodo in cui questo pezzo d’Italia arriverà ad accogliere il 29% dell’intera popolazione nazionale, a fronte dell’attuale 34%: in numeri assoluti si passerà dai 14,1 milioni del 2017 ai 10,7 del 2065 (o addirittura a 9,4 nella peggiore delle previsioni). L’Istat ha spiegato che negli anni a venire si verificherà un netto spostamento del peso della popolazione dal Mezzogiorno al Centro-Nord del Paese. Infatti nel 2065 il Centro-Nord accoglierà il 71% di residenti contro il 66% di oggi. Nello stesso periodo di tempo preso in considerazione le aspettative di vita di uomini e donne cresceranno mediamente di 5 anni, superando, nel caso delle donne, la soglia dei 90. Ecco quindi che l’Istituto di Statistica dà per certo un inesorabile processo di aumento dell’età media della popolazione italiana, ancora più evidente al Sud, per cui il Mezzogiorno risulterà “l’area del Paese a più forte invecchiamento”.
Proviamo ora a “tradurre” le informazioni fondamentali che ci giungono dall’Istat. È facile prevedere che la diminuzione della popolazione al Sud, e il suo relativo invecchiamento, riguarderanno prevalentemente le regioni più piccole e arretrate sul piano economico-sociale, quali appunto la Calabria. Grandi aree metropolitane come quelle presenti in Campania, Puglia e Sicilia resisteranno meglio rispetto a un trend demografico così preoccupante.
“Con IO SCELGO CALABRIA – dichiara Salvatore Gaetano, presidente del movimento – stiamo cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto alla necessità assoluta che la nostra terra ha di cambiare rotta, di avviare veri e consistenti processi di sviluppo, di abbandonare vecchie logiche clientelari, di progettare il futuro puntando sulle nostre risorse strategiche (cultura, storia, tradizioni, agroalimentare, natura, stili di vita a misura d’uomo…) e impedendo così il compimento di un destino che appare ormai tracciato e ineludibile: desertificazione del territorio, umana e fisica, emarginazione, impoverimento generalizzato. Dobbiamo dire no e dobbiamo reagire con tutta la nostra forza, partendo dalla lotta ai fenomeni di neo-colonizzazione che, complice una politica di basso profilo, minano le fondamenta della nostra esistenza”. Massimo Tigani Sava, scrittore e ideologo del movimento, ha chiosato: “È un paradosso che proprio in un mondo globalizzato che ha sete di identità forti, di unicità, di proposte distintive, la Calabria stia vivendo una delle fasi più buie della sua storia ultramillenaria. Ma sia chiaro: è solo colpa nostra se ancora ragioniamo di sottosviluppo e di disoccupazione. I record economico-sociali negativi e le stesse preoccupanti previsioni demografiche elaborate dall’Istat rappresentano la sconfitta cocente delle classi dirigenti che hanno guidato la Calabria in questi ultimi decenni, a partire dalla politica. Fatte salve le naturali eccezioni, il livello di chi ha guidato le sorti della Calabria è stato troppo basso, con esiti inconcludenti e talora anche disastrosi. Le fortune di pochi hanno lasciato macerie ai più. Ma non si può immaginare che giungeranno da fuori a salvarci: la Calabria non interessa a nessuno. Solo un moto interno di reazione potrà invertire una rotta che è chiaramente indirizzata verso il definitivo naufragio”.

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